mardi 10 mai 2011

Non é mai finita

A questo mondo non è mai finita, disse la signora Amelia Britz. Stia un pò a sentire. Io sono siciliana, nata in un povero paesello sospeso tra le rupe, in cima ad una montagna. Di lassù, si vede il mare e il paesaggio è un paradiso, ma per il resto si è rimasti indietro di due secoli. Il nome?...lasci perdere. I miei compaesani sono gente così ombrosa...è forse meglio sorvolare. Lo chiamerò convenzionalmente Castellizzo.
Bene. dalla stanza dove sono nata si vedeva, lontana, una città, stesa lungo il mare. Di notte era tutto uno sfavillare di lumini. E i fari. E i piroscafi. E i treni coi finestrini accesi. Trapani, lei dice? Be', facciamo pure conto fosse Trapani. Al calar della sera, appoggiata al davanzale, io rimiravo quelle luci. Laggiù era la vita, il mondo, il sogno!
Quando ebbi compiuti i dodici anni, tanto feci che i miei si persuasero a mandarmi a vivere in città, ospite di una zia. Così potevo continuar gli studi.
Credetti di impazzire dalla gioia. Ma dopo un mese che ero a Trapani già ascoltavo rapita ciò che raccontavano i forestieri giunti da città molto più grandi. Mi sembravano di razza diversa. Ah, povera Trapani, come eri piccola e squallida al confronto. Palermo! Messina! Quella sì era civiltà sul serio.
Mi aiutò la fortuna. Fui chiesta in moglie dal Barone Cristolera, un perfetto gentiluomo. Aveva un palazzo magnifico a Messina. Accettai, gli volli bene, mi illusi di non essere più la piccola provinciale di una volta.
Certo, a Messina conobbi della gran bella gente, autentici signori. Ma da Roma venivano ogni tanto certi tipi affascinanti; parlavano con L' "erre", raccontavano cose nuove e strane, pettegolezzi enormi, ci guardavano un pò dall'alto in basso.
Per farla breve, cominciai a sognare Roma. Messina ormai mi sembrava un buco, da non poterci respirare più. Dai e dai, mio marito si decise; tanto, non gli mancavano i quattrini. Traslocammo nella Capitale.
Dovevo essere contenta, no? Roma non è mica un paesello. Grandi nomi, società internazionali, caccia alla volpe, scandali, cardinali, ambasciatori. Eppure, cosa vuole? quei grandi personaggi che dall'estero venivano volentieri ad abitarci, ci venivano per far la bella vita, non per altro, come quando si è in vacanza, come se Roma non fosse che un famoso posto di villeggiatura: ma in fondo non la prendevano sul serio. Il loro mondo vero era lontano, le vere grandi capitali della terra erano altre. Parigi, Londra, mi capisce? E io li invidiavo.
Roma cominciò a scottarmi sotto i piedi. Sospirai l'Etoile, Piccadilly. Per caso in quel periodo Cristolera e io ci separammo. Seguì un regolare annullamento. Ero ancora una bella donna. Conobbi Briz, il grande finanziere. Quando si nasce fortunate!
Sempre più cosmopolita, sempre più in alto nella scala delle residenze umane. Era una mania balorda, però soltanto oggi lo capisco. Divenuta ufficialmente Mrs. Briz, grazie ai miliardi di mio marito, non avevo più che l'imbarazzo della scelta.
Mi stabilii a Parigi, poi Parigi mi sembrò piena di polvere. Londra, per due anni. Ma anche Londra era un poco sorpassata. Nuova York, finalmente, ecco l'ultimo traguardo. La piccola provinciale siciliana aveva fatto la sua strada.
Ma non era così come pensavo. Per la gente "molto su", Nuova York era una cafonata insopportabile. I veri aristocratici ci stavano solo lo stretto necessario. Preferivano Boston, Charleston. Città più vecchie, quiete, riservate. E potevo io essere da meno? Tuttavia anche di là i raffinatissimi emigravano. Chi nei deserti, chi nelle isolette del Pacifico. Anch'io mi avviai per quei pazzi itinerari.
Ahimè, la società più filtrata ed esigente ebbe a noia il Pacifico e i deserti. Prese l'aereo verso est, ritornò alla vecchia stanca Europa. Non già per infognarsi nella volgarità di Londra o di Parigi. Macché. Andava in cerca di eremi ed esilii, di conventi, di ruderi e rovine. Ed io dietro.
Proprio sopra il mio paesello siciliano sorgeva un castello diroccato. La moda! L'eleganza del saper vivere moderno! Un grande poeta peruviano ha fatto restaurare la Bicocca, in breve il posto è diventato celebre. Oggi al mondo non c'è niente di più chic che possedere una casetta a Castellizzo.
E così, gira e gira, Ho finito per ritornare al mio paesello, proprio là donde sono partita. E la sera, dalla mia stanza di bambina, guardo i lumi della città sul mare. E certe volte ho l'impressione di essere ancora quella di una volta, e che gli anni non siano mai passati. E penso: laggiù è la vera vita, l'aggiù il mondo, l'avventura, il sogno! E fantastico un giorno o l'altro di partire.
Lo vede dunque che non è mai finita? 

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